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In questa fase l’insegnante svolge un ruolo di supporto laddove ce ne sia bisogno. Dopo aver sperimentato il software Scratch e appreso i concetti di coding, gli alunni, organizzati in gruppi, devono programmare i robot che prenderanno parte alla drammatizzazione in modo coerente con la storia creata nella prima fase.
In questo momento si lascia piena libertà agli alunni di creare i programmi più idonei a far muovere il robot secondo le vicende della storia; inoltre, si possono modificare ulteriormente le sembianze del robot per renderlo più “affascinante”, registrare i suoni da far pronunciare al personaggio e decidere dove collocare e come far muovere il robot nella scenografia.
Di seguito i passaggi per inserire un suono in Scratch o nel software Lego® Wedo.
Programmati i robot, gli alunni si occupano della “regia” della drammatizzazione che prevede l’assegnazione di diversi ruoli tra i membri in modo autonomo (senza il coinvolgimento dell’insegnante):
Vi consigliamo di organizzare un vero e proprio evento per presentare il lavoro svolto e le drammatizzazione ad un pubblico di spettatori: altri insegnanti, la dirigente scolastica, gli studenti di altre classi, e genitori degli alunni potrebbero essere coinvolti in un momento di condivisione delle progettazioni create dagli studenti.
Una possibilità interessante è dare agli alunni il compito di illustrare le fasi e i prodotti a studenti di altre classi o più piccoli, assumendo così il ruolo di “insegnanti di robotica”.
Questa attività responsabilizza gli alunni, consente loro di rielaborare le attività svolte e di consolidare gli apprendimenti acquisiti. Se si prevede questa attività è opportuno che durante le varie fasi del progetto siano documentate con appunti, foto e riprese video svolti dagli stessi alunni.
L’insegnante può guidare la rielaborazione dell’attività attraverso la tecnica del circle-time che permette agli alunni di scambiarsi pareri ed emozioni, esercitarsi all’ascolto attivo e accogliere i vissuti dei compagni, anche nel caso in cui siano emersi conflitti in qualche fase dell’attività. In questo lavoro l’insegnante facilita la comunicazione lasciando piena libertà di espressione.
L’insegnante può anche chiedere agli alunni di scrivere un testo che racconti l’esperienza in maniera soggettiva o di descriverla con un disegno.
Nel caso in cui ogni gruppo scelga di drammatizzare una storia differente, è previsto un momento di autovalutazione simile a quello indicato precedentemente. Ogni capogruppo illustra al resto della classe l’organizzazione con cui ha lavorato il gruppo, le scelte e le fasi del lavoro, riportando giudizi ed impressioni del gruppo sul come si è lavorato e su che cosa ha funzionato o meno.
Potrebbe essere interessante raccogliere dati rispetto alla percezione del laboratorio utilizzando un questionario come quello in allegato; i dati poi potrebbero essere confrontati con quelli raccolti durante la prima fase del progetto con il questionario sulle aspettative.
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