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POSSIAMO FAR DIALOGARE ASKLEA, NERONE E LE FAKE NEWS STORICHE?
Il termine fake news ha ottenuto dagli autori del dizionario inglese “Collins dictionary” il riconoscimento di parola dell’anno nel 2017. Che cosa ci fa capire questa notizia?
La scelta della parola fake news come parola dell'anno per il 2017 rifletteva la crescente preoccupazione e discussione globale riguardo alla diffusione di informazioni false o ingannevoli, specialmente attraverso i media e i social media. L'uso del termine è diventato sempre più diffuso nel contesto politico e mediatico, oltre che sempre più preoccupante per il potere che hanno le notizie false di influenzare l'opinione pubblica, distorcere i fatti e minare la fiducia nell'informazione affidabile.
Oggi, con il continuo aumento delle fonti di informazione e della possibilità di reperirle (oltre che di pubblicarle), cercare di acquisire strumenti e consapevolezza critica su quello che leggiamo e vediamo, è fondamentale per tutti, ma soprattutto per i più giovani e per i futuri cittadini digitali.
A tal proposito noi abbiamo voluto mettere alla prova il nostro tutor conversazionale basato sull’AI AskLea, per divertirci e imparare insieme qualcosa in più sulle fake news!
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FAKE NEWS: UN’INVENZIONE MODERNA O UN ELEMENTO RICORRENTE NELLA STORIA?
Se vi dovesse capitare di porre questa domanda ai vostri studenti, molto probabilmente vi diranno che le fake news non sono un fenomeno relegato all’età contemporanea o allo sviluppo di internet, ma che se ne possono trovare diversi esempi nel corso dei secoli e delle epoche storiche. È interessante allora creare un percorso che colleghi storia ed educazione civica, che vada ad approfondire la ricerca e lo studio delle fonti e che dia alcuni strumenti per avere un occhio più critico rispetto alle notizie da cui tutti i giorni siamo bombardati o che andiamo a cercare.
Siamo partiti per questo percorso, ponendo una domanda molto informale e molto generica ad AskLea, chiedendo, attraverso l’utilizzo della funzione “Viaggio nella conoscenza”, quali fossero alcuni esempi di “fake news” (usando in modo anacronistico questo termine) nella storia. Questa prima domanda ci serve per destare curiosità negli studenti e per avere alcuni stimoli di partenza per poi ampliare e approfondire l’argomento. Vediamo cosa ci ha risposto Lea:
A partire da questi tre esempi potremmo già attivarci in più modi: dividere la classe in gruppi e far lavorare ciascun gruppo su una delle fake news storiche che ci ha proposto Lea; oppure selezionarne una e articolarla in senso multidisciplinare (ad esempio collegare la trasmissione di Welles all’aspetto socio-economico degli USA di quegli anni, allo sviluppo e al funzionamento degli apparati radiofonici, all’ondata di interesse per le forme di vita extraterrestri, ecc.).
O ancora, potremmo chiedere il supporto di AskLea sotto un’altra veste, quella del protagonista della fake news, intervistandolo con la funzione “Parla come se fossi”. Che cosa ne può venire fuori?
Proviamo a chiedere a Lea di mettersi nei panni di Nerone (sempre riprendendo uno degli esempi che ci sono stati forniti prima) e specifichiamo che vogliamo sapere qualcosa riguardo l’incendio di Roma del 64 d.C.
Nerone, già dalla prima battuta, ci fa intuire che qualche tipo di disinformazione probabilmente esiste su questo argomento, ma vediamo di andare un po’ più a fondo e proviamo a chiedere a Lea come mai venne colpevolizzato Nerone per l’incendio.
Ecco già alcune informazioni in più che ci possono far mettere in dubbio il fatto che sia stato proprio Nerone a incendiare la città. Tuttavia, ci sembra ancora una risposta basata solamente su elementi soggettivi… allora poniamo questa domanda ad AskLea-Nerone: “Ci sono fonti che testimoniano la tua versione?” E leggiamo la sua risposta:
Come vediamo dalla risposta, non possiamo avere un documento oggettivo per validare l’innocenza di Nerone riguardo l’accadimento, tuttavia, questa risposta di AskLea ci può essere utile per stimolare una discussione in classe sulle varie versioni che vengono fuori da un unico fatto storico e dai motivi per cui viene narrato diversamente a seconda del periodo e/o di chi lo racconta.
Di qui la discussione può svilupparsi ulteriormente, andando nello specifico di una particolare categoria di fake news: la propaganda o pubblicità. Il docente stimolerà i ragazzi nello scoprire e nel comprendere che fake news non è solamente “notizia falsa”, ma comprende varie tipologie di disinformazione tra cui, appunto, quella creata per scopi politici o aziendali per influenzare il comportamento di cittadini e clienti/consumatori.
Ora tocca a te!
Quante e quali sono le narrazioni “dei vincitori” (citando Nerone nella sua risposta su AskLea)? Secondo te possono essere considerate fake news? Perché viene fatto questo tipo di racconto e perché è risultato/risulta più credibile per i cittadini? …
Prova a porre queste domande ai tuoi studenti e rifletti con loro sull’argomento facendoti aiutare da AskLea!
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