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by Storti Michele, 03-12-2020

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5 principi per la DDI e come metterli in pratica con la Google Suite (parte 1)

Anteprima Articolo Blog 5 principi per la DDI e come metterli in pratica con la Google Suite (parte 1) I cambiamenti drammatici che stiamo attraversando come insegnanti, educatori o formatori impegnati nel lavoro educativo con bambini e ragazzi, hanno comportato forti limitazioni agli spazi di libertà entro i quali muoversi nella pratica didattica.

Ma allo stesso tempo, la crisi ci ha dato l’opportunità di comprendere meglio il valore aggiunto che l’uso del digitale può offrire alle esperienze didattiche, se ben progettato e bilanciato con le altre forme di esperienza d’apprendimento.

Come sottolineato nel modello SAMR (Puentedura, 2006) (fig. 1), il ruolo del digitale non può infatti limitarsi a sostituire in modo più smart strumenti e pratiche “analogiche”, ma dovrebbe permettere un ampliamento funzionale o perfino, in alcuni casi, una ridefinizione profonda dell’esperienza di apprendimento, dei ruoli insegnante/studente, delle metodologie e dei prodotti creati dagli studenti.

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In questo articolo vi proponiamo una riflessione che parte da 5 principi che possono guidare l’insegnante nella sua pratica didattica, sia in presenza integrata dal digitale, che svolta a distanza. A partire da questi principi, accenneremo ad alcune possibilità di metterli in pratica facendo uso della suite Google, un set di applicazioni di facile accessibilità per l’insegnante che offre molto spazio di attivazione anche agli studenti.

Una precisazione necessaria: per poter usare le app della suite Google è necessario disporre di un account Google, istituzionale se la scuola a cui si appartiene ha adottato Google Classroom come piattaforma di istituto, o personale.

1. GRANULARITÀ (MODULARITÀ)

La granularità è il principio per cui i contenuti di apprendimento assegnati agli studenti - quelli espositivi (es. videolezioni, mappe, slide…), le attività applicative (es. esercizi, problemi) e altre risorse di approfondimento - vengono “segmentati” in piccole porzioni tematicamente ben definite e facilmente accessibili dagli studenti. Questo consente con più facilità di:

-organizzare e recuperare le risorse archiviate;

-selezionarle e porle in sequenza nel percorso di apprendimento di volta in volta scelto per gli studenti;

-costruire percorsi di apprendimento personalizzati (es. per studenti con BES o altre difficoltà) aggiungendo o togliendo singoli “moduli”;

-dare agli studenti la possibilità di fruire dei contenuti in modo flessibile nei tempi, stimolando l’autonomia dello studio e una percezione di controllo sul percorso che sta compiendo.

Un’idea semplice e di aiuto è proporre alla classe fin da subito una mappa che rappresenti il percorso sequenziale composto di più step, o piuttosto una struttura reticolare esplorabile in molti modi (a seconda di come è stato progettato il percorso). Se siamo in storia, potrebbe avere le fattezze di una carta geografica antica; se in fisica, potrebbe essere un percorso tra stelle o pianeti di una galassia… Perché non prendere spunto anche dal mondo dei videogame (fig. 2)?

Video didattici con YouTube

L’utilizzo di brevi video didattici è uno dei modi più efficaci per “segmentare” i contenuti di apprendimento e rendere la fruizione flessibile secondo le esigenze del singolo studente. Ogni video dovrebbe avere una durata limitata (variabile in genere tra 2-3 e 10-15 minuti in base all’età e le caratteristiche dello studente), un tema ben definito e una collocazione chiara in relazione ad altri contenuti associati, secondo un percorso sequenziale o reticolare che consenta allo studente di orientarsi e stabilire connessioni tra essi.
YouTube è un universo di contenuti, tra i quali esistono molti canali di qualità con scopi educativi e didattici. Possiamo ricercare e assegnare video lezioni da canali e playlist su YouTube (fig. 3-4) decidendo come condividerle con i nostri studenti (se tramite una bacheca virtuale, creando liste di link sul mini sito di classe o della disciplina, inserendoli dentro ambienti ad hoc per le lezioni online come Blendspace o TED-Ed).

Se siamo più ferrati, potremmo anche creare un nostro canale YouTube come insegnanti (o della disciplina gestito da più insegnanti) per gestire i video caricati da noi dentro delle playlist tematiche.

Oggetti di apprendimento con i Moduli Google

Un’altra possibilità per attuare il principio della granularità è usare l’app Google Moduli per creare degli “spazi di apprendimento” organici, ciascuno dei quali potrà integrare uno o più oggetti di apprendimento come articoli, video o esercizi.

Un modulo, ad esempio, nella prima sezione potrebbe assegnare allo studente la visione di un video o la lettura del testo da slides (fig. 5).


Nella sezione successiva, potremmo assegnare un test (fig. 6) per verificare la comprensione sui contenuti tramite domande di diverso formato, che (a seconda del formato e dei nostri obiettivi) potremo valutare in modo automatico o correggere in modo manuale, impostando la modalità “quiz” del modulo che consente di assegnare un punteggio a ciascuna risposta (fig. 7).
In alternativa, a seguito di un contenuto didattico potremmo chiedere di svolgere un compito più articolato come scrivere una relazione, risolvere un problema matematico o creare un breve prodotto audio o video: in questo caso potremmo usare la modalità “Caricamento di file” prevista tra i formati di risposta, che consente allo studente di caricare il suo file dal pc direttamente dentro il modulo (fig. 8).

2. FEEDBACK E DIDATTICA PERSONALIZZATA

Un’altra grande opportunità che possiamo cogliere dall’aumento della digitalizzazione nelle pratiche didattiche è quella di accrescere le occasioni di feedback che possiamo scambiare con gli studenti. Se i software a disposizione sono usati con efficacia, può aumentare la possibilità dell’insegnante di monitorare le azioni degli studenti, così come di inviare messaggi per informarli sulle loro performance e fornire loro assistenza. Gli strumenti software ci permettono di inviare e ricevere feedback con gli studenti sia in modalità sincrona, come quando siamo connessi in videoconferenza o nelle chat, sia in modalità asincrona, ad esempio assegnando restituzioni di un compito via email, registro elettronico o inviando commenti in formato testo, audio o video. Questa maggiore capillarità di comunicazioni può essere sfruttata anche in ottica di didattica personalizzata.

Google Meet: feedback sincroni per ridurre le distanze

L’app Google Meet, scoperta da molti insegnanti in questi mesi, consente di organizzare videochiamate e si presta bene sia a scambiare feedback che a organizzare momenti di didattica personalizzata in modalità sincrona.
Possiamo usarla:
  • per svolgere sessioni didattiche personalizzate con studenti che ne abbiano bisogno;
  • per dare feedback in itinere a singoli studenti o gruppi nel corso del lavoro progettuale e monitorare i loro progressi a distanza;
  • per contattare le famiglie e aggiornarle riguardo i loro figli.
Tutte queste possibilità aumentano la frequenza dei feedback con cui orientare l’apprendimento degli studenti, rendono possibile una personalizzazione della didattica e contribuiscono ad avvicinare l’insegnante alle famiglie nel corso dell’anno scolastico.

Google Documenti e Google Presentazioni: feedback testuali e lavoro collaborativo

Per i compiti che prevedono la scrittura di un testo o la preparazione di una presentazione da parte degli studenti, il word editor Google Documenti e l’editor di slide Google Presentazioni permettono di aggiungere commenti con cui inviare i nostri feedback (commenti, correzioni, indicazioni per proseguire il lavoro).
Se il lavoro di scrittura si svolge in modalità collaborativa tra più studenti, per facilitare gli scambi tra l’insegnante e i singoli studenti possiamo assegnare i commenti a specifici studenti (a cui verranno notificati via email).
È presente anche la modalità Suggerimento che consente di aggiungere proposte di modifica del testo che potranno essere accolte o rifiutate, opzione utile nel corso di un lavoro di gruppo per consentire agli studenti di valutare varie proposte prima di sceglierne una definitiva.

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