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Consigliato per la fascia d'età: SECONDARIA I GRADO
Adattabile alla fascia d'età: PRIMARIA
Il progetto “Green Robotic Challenge” è stato un esempio di successo che mostra come sia possibile introdurre elementi di progettazione e programmazione di un robot all’interno di un contesto applicativo.
Esso mirava ad accrescere la sensibilità ambientale dei ragazzi, facendoli riflettere su come utilizzare le potenzialità della tecnologia a servizio dei processi di coltivazione: agli studenti è stato infatti proposto un project work avente per scopo la costruzione di un orto automatico!
Il progetto è stato inoltre un'occasione significativa e motivante per educare i ragazzi al pensiero scientifico e alle STEM, anche con una finalità di orientamento alle professioni, e al contempo un’esperienza per esercitare numerose soft skills, dal problem solving collaborativo alle abilità di gestione di un progetto.
Il progetto è stato realizzato all’interno di un camp finanziato grazie ai fondi ottenuti con la vittoria del bando “In Estate si imparano le STEM” al quale hanno collaborato il gruppo di ricerca del Prof. Scaradozzi (Università Politecnica delle Marche, DII, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione) e la start up TALENT.
Nel progetto sono stati coinvolti gli studenti delle classi V primaria, I e II secondaria dell’I.C. Novelli Natalucci di Ancona. Il 60% del gruppo era costituito da ragazze e il 40% da ragazzi come richiesto da progetto.
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- kit Lego® Mindstorms® EV3 Education (1 ogni 3 studenti)
- software Lego® Mindstorms® EV3 Home Edition (1 ogni 3 studenti)
- 1 kit Lego® Pneumatic Add-on Set
- 1 kit Lego® Energie Rinnovabili
- 2 sensori Mindstorms® Temperature Sensor
- 1 sensore SparkFun Soil Moisture Sensor
- 1 Arduino EV3 Adapter
- 1 scheda Arduino UNO
- materiale vario (bottiglie di plastica, silicone, nastro isolante, scotch carta, etc.)
Di seguito descriviamo come gli strumenti sono stati utilizzati dagli studenti per la progettazione e la creazione dell’orto automatizzato. Vengono inoltre indicate le specifiche tecniche di ogni strumento.
Pompa per innaffiare
La realizzazione della pompa per innaffiare i vasi è stata possibile selezionando:
Sensore di umidità
È stato messo a disposizione dei partecipanti un sensore di umidità interfacciabile con il brick EV3, per poter decidere quando innaffiare la pianta (cioè quando attivare la pompa dell’acqua).
All’interno del kit Mindstorms® EV3 Education non è presente un sensore di umidità, per questo motivo è stata utilizzata un’interfaccia tra il sensore SparkFun Soil Moisture Sensor visibile nella figura a sinistra e il brick EV3.
A questo link si trova una guida approfondita al funzionamento del sensore.
Il sensore è stato interfacciato utilizzando un Arduino EV3 Adapter (nella figura sopra a destra) e una scheda Arduino UNO, programmata in modo da poter comunicare con l’EV3 tramite protocollo I2C. Nell'allegato scaricabile in fondo al progetto è riportato il codice installato sulla scheda Arduino.
Nella figura a sinistra si possono osservare le connessioni implementate: il brick EV3 è collegato tramite uno dei cavi standard (presenti all’interno del kit Lego®) all’Arduino EV3 Adapter, il quale è collegato alla scheda Arduino Uno rispettando lo schema della figura a destra.
Alla board Arduino è connesso il Soil Moisture Sensor, rispettando lo schema della figura.
Il sensore è stato alimentato a 5V, e con questa scelta i valori restituiti in output (e inviati alla scheda Arduino UNO) sono stati compresi tra:
0 = terreno estremamente secco
880 = terreno estremamente umido.
I ragazzi non hanno dovuto realizzare le connessioni elettriche appena spiegate, in quanto sarebbe stato eccessivamente complesso per la loro età.
Hanno però implementato la logica di funzionamento del sistema pompa dell’acqua-sensore di umidità, come verrà spiegato in seguito.
NOTA BENE
Esiste un sensore di umidità interfacciabile a Lego® Mindstorms® EV3 senza bisogno di usare Arduino. In questa attività didattica si è scelto di utilizzare Arduino così da permettere un primo utilizzo basilare di questa scheda ad alcuni dei partecipanti al camp.
Sensore di temperatura
Gli studenti hanno avuto a disposizione il sensore di temperatura Mindstorms® Temperature Sensor, già pronto per essere collegato al brick EV3; non è stato necessario quindi creare un’interfaccia ad hoc come per il caso del sensore di umidità.
Qui trovi un approfondito tutorial sul sensore di temperatura!
Di seguito le specifiche tecniche del sensore:
Risoluzione: 0.0625° C;
Range di funzionamento: da -40 a 125 °C (sebbene LEGO® raccomandi di usarlo da -20 a 110 °C);
Lunghezza del cavo: 50.5 cm.
Rilevato automaticamente dall’EV3 Software.
Sensore di luce
Gli studenti hanno avuto a disposizione il sensore di luce Mindstorms® Light Sensor, presente all’interno del kit Lego® Mindstorms® EV3 Education e quindi già pronto per essere collegato al brick EV3; non è stato necessario quindi creare un’interfaccia ad hoc come per il caso del sensore di umidità.
Di seguito le specifiche tecniche del sensore:
Rileva fino a 7 colori;
Rileva l’assenza di colore;
Rileva la luce ambientale, con una scala che va da 0 a 100;
Frequenza di campionamento: 1 kHz;
Rilevato automaticamente dall’EV3 Software.
Sistema di illuminazione
Per realizzare il sistema di illuminazione artificiale della pianta i partecipanti hanno utilizzato:
Costruzionismo, la teoria pedagogica-educativa sviluppata dal matematico e pedagogista Seymour Papert;
Project-based Learning (apprendimento basato su progetti);
Peer tutoring: nello svolgimento delle attività didattiche con le tecnologie in classe: alcuni alunni hanno svolto la funzione di tutor dell'apprendimento a favore di altri studenti coetanei e di età inferiore. Questo approccio non solo può facilitare l’apprendimento, ma può stimolare negli studenti la creazione di relazioni sociali positive dentro l'ambiente scuola;
Modello TMI [1]. Durante i dieci giorni di camp gli studenti coinvolti si sono trovati ad affrontare sfide, sperimentazioni e progettazioni in cui ciclicamente si sono alternate queste 3 fasi:
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Il percorso proposto è stato caratterizzato da due tematiche principali:
Nei primi 5 giorni si sono affrontate 5 tematiche di introduzione della robotica, con gli studenti suddivisi in team. Qui presentiamo in modo sintetico i temi.
La seconda settimana è stata caratterizzata dal lavoro sul project work, seguendo questa progressione didattica:
Giorni 7-8
Nel settimo incontro sono state messe a punto le progettazioni su carta di ogni gruppo, e successivamente si è poi passati alla presentazione del lavoro dei team: un momento di confronto necessario per poi arrivare a scegliere quali invenzioni costruire e presentare nella mostra finale. Alla fine gli studenti, di comune accordo, hanno scelto di realizzare:
Il sistema di illuminazione automatico
Il sistema di illuminazione automatico è stato realizzato connettendo ad un brick EV3 il sensore di luce, un Large Motor responsabile della rotazione del potenziometro presente nel data logger del kit Energie Rinnovabili, che determina quindi l’accensione o spegnimento dei Led.
In figura in alto a sinistra si può osservare la costruzione realizzata dagli studenti.
La programmazione implementata si trova nelle figure successive: se il valore di luminosità è inferiore ad una certa soglia, si accende il motore (per accendere i led), altrimenti si spegne il motore. È stato necessario utilizzare una variabile di controllo (denominata “acceso”), così da non accendere i led qualora fossero già accesi (o viceversa).
Il sistema di rilevamento della temperatura
Il sistema di rilevamento della temperatura è stato realizzato connettendo il brick EV3 al sensore di temperatura Lego® (in figura a sinistra).
Tramite la sequenza della figura a destra gli studenti sono riusciti a far visualizzare la temperatura sul display dell’EV3, facendo illuminare il brick in rosso se la temperatura supera i 25°, altrimenti facendolo illuminare in verde nella situazione contraria.
Il robot scacciamosche
Il robot scacciamosche è stato costruito e programmato per potersi muovere sul tavolo, scacciando gli insetti dalle piante senza mai cadere. Come si può notare in figura il sensore ad ultrasuoni, rivolto verso il basso permette di rilevare o meno la presenza del tavolo.
Giorno 9
Arrivati al nono incontro i partecipanti si sono dedicati alla preparazione delle presentazioni, scegliendo foto e video del camp e preparando le slide da mostrare ai genitori nell’ultima giornata.
Tutti i team inoltre si sono dedicati all’abbellimento dell’orto.
Giorno 10
L’ultimo giorno gli studenti hanno raccontato e presentato ai genitori e ai docenti dell’istituto il percorso svolto mostrando foto, video e facendo vedere alcune delle sequenze costruite per far funzionare gli artefatti robotici, con particolare attenzione all’orto automatico.
Gli studenti partecipanti al campo estivo sono stati consapevoli sin da subito di questo appuntamento finale e si sono organizzati per raccogliere la documentazione necessaria (foto, video, grafici) sin dal primo giorno di camp.
L’esposizione del project work finale e il racconto di tutte le sfide svolte durante il camp hanno attivato forme di pensiero metacognitivo sviluppando consapevolezza e incentivando processi di automonitoraggio continuo.
In una sua pubblicazione la ricercatrice Edith Ackermann, analizzando l’approccio del Costruzionismo, afferma che secondo Papert “esporre ed esprimere le proprie idee le rende tangibili e condivise, e a sua volta questo modella e affina queste idee, e ci aiuta a comunicare con gli altri” [3].
Scopri le 8 grandi idee del costruzionismo!
Al termine del camp gli studenti hanno infine compilato dei questionari di autovalutazione che permetteranno all’Università Politecnica delle Marche di valutare i risultati ottenuti, oltre ad una analisi dell’orto automatizzato implementato dai partecipanti.
In figura si vede l’orto tecnologico nel suo complesso.
Per misurare i risultati delle attività sono state pensate prove di natura pratica che mettessero alla prova la conoscenza acquisita e la capacità di rielaborarla da parte dei gruppi di ragazzi.
Oltre a queste prove si è voluto indagare ulteriormente i risultati delle attività sottoponendo ai ragazzi un questionario che rivelasse quale sia stata la loro percezione del lavoro svolto. Il questionario prevedeva 14 domande a risposta chiusa con scala Likert a 5 punti e 4 domande a risposta aperta ed è stato somministrato alla fine di tutte le attività.
Le domande a risposta chiusa del questionario riguardavano 4 principali aree:
[1] Il modello TMI è stato proposto da Stager e Martinez in “Invent To Learn: Making, Tinkering, and Engineering in the Classroom” (Constructing Modern Knowledge Press):
[2] Mitchel Resnick (2017), “Lifelong Kindergarten: Cultivating Creativity through Projects, Passion, Peers, and Play”, pp. 81-83:
[3] Edith Ackermann (2001), “Piaget's Constructivism, Papert's Constructionism: What's the Difference?”, Massachusetts Institute of Technology, 04 Dec. 2002:
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